Lagarde e BCE: chiamate private a banche ed investitori
Se qualcuno ha ancora dubbi su quanto il sistema “Unione Europea + Euro + BCE” sia profondamente corrotto, i fatti riportati dal Wall Street Journal rappresentano un punto di non ritorno.
Marzo 2020: siamo all’inizio dell’emergenza sanitaria, il Governo Conte scopre che il piano pandemico dell’Italia è carta straccia e il sistema sanitario dopo anni di austerity perché "ce lo chiede l'Europa" non è in grado di gestire il picco di contagi. 60 milioni di italiani sono messi agli arresti domiciliari, l'economia nazionale si ferma, le casse dello Stato sono vuote.
Tutti aspettano con il fiato sospeso la prossima mossa della BCE - l’unica istituzione che, semmai lo volesse, avrebbe gli strumenti e il potere per scongiurare una crisi irreversibile. Lagarde però non vuole sentire scuse e dice che non è compito suo: a dimostrazione di quanto i mercati speculativi si reggano in realtà su fondamentali “effimeri”, basta questa dichiarazione per fare schizzare lo spread alle stelle e bruciare il 17% alla Borsa di Milano.
Oggi il Wall Street Journal svela un retroscena estremamente grave: nei giorni successivi a questo episodio, mentre in Italia si diffondeva il panico, il capo economista della BCE Philip Lane avrebbe condiviso informazioni riservate e privilegiate ad una cerchia ristretta di investitori privati (tra cui Goldman Sachs, Deutsche Bank, BlackRock e JP Morgan) con l'obiettivo di "calmare le acque". Questa mossa evidenzia, per l’ennesima volta, che la BCE non risponde agli interessi degli Stati e dei cittadini parte dell’Unione Europea bensì a quelli di centri di potere finanziario che la tengono in ostaggio.
Christine Lagarde è chiaramente inadeguata a ricoprire questo ruolo, ma non si pensi che sostituendola la situazione per l’Italia migliorerebbe: la BCE è un’istituzione che va rigettata in toto, in favore di quella sovranità monetaria per cui
Italexit con Paragone - No Europa per l’Italia
sta combattendo. Lo stesso discorso vale per il nostro Gualtieri, la cui intransigenza sulla “riforma del MES” fa presagire il peggio: pare diventata la priorità assoluta dell’Italia, forse il ministro sa qualcosa che noi non sappiamo su cosa ci aspetta nei prossimi mesi?